Simone Pellegrini. Agàmalta

«Non è possibile dire se l’opera di Simone Pellegrini voglia parlarci del principio di tutto o delle cose ultime, o di entrambi gli estremi della storia congiunti, oppure ancora di ciò che sempre permane in movimenti calcolati e immutabili dietro le apparenze mondane della vita. Di fronte alle sue carte non possiamo sapere se il ventre immenso dell’essere ha appena partorito le forme che presiedono alle specie o, per inverso, se si sta richiudendo su di sé, richiamando interi eoni a ripiegarsi e attorcigliarsi verso l’unità indistinta. Nemmeno conosciamo, infine, l’irrevocabilità di questa dettagliata mitopoiesi o il suo ripetersi secondo il ritmo carnale di sistole e diastole, scansione cadenzata di un poema cardiaco o di un’evocazione sciamanica.»
Testo tratto da Il poema intermedio di Alessandro Giovanardi.

Volume realizzato in occasione dell’esposizione di Simone Pellegrini, “Agàlmata” presso la Galleria Bonioni Arte e Civici Musei di Reggio Emilia (gennaio-marzo 2009).

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