Le modalità espressive e il racconto creativo di Giovanni Campus si definiscono con chiarezza se si osserva in maniera “antologica” tutto il suo ampio percorso di ricerca. È, infatti, impossibile scindere in parti o suddividere in esperienze, benché si osservino distintamente tipologie differenti di opere per linguaggi, materiali, forme, tecniche e consistenze, il suo lungo percorso artistico ed estetico che, fatto di minime variazioni, si inscrive in una logica determinata e determinante rispetto al dovere dell’opera – e dell’arte in genere – di manifestarsi come fatto costituente una riflessione sulla realtà del mondo. In questo senso il suo lavoro incessante si alimenta proprio di una coerenza filosofica ed etica che “obbliga” l’artista stesso ad una disciplina che diventa itinerario espressivo, ribadito e pronunciato, in ogni circostanza della sua prolifica manifestazione.
(dal testo “Giovanni Campus: l’opera, un processo che misura il visibile e oltre” di Matteo Galbiati)