Catalogo realizzato in occasione della mostra personale di Nunzio Paci “De Signatura Rerum”, Officine dell’Immagine, Milano, 21 febbraio – 31 marzo 2013.
La fisiologia degli animali e dei vegetali, le fibre, i nervi, le ossa, la materia: sono gli elementi compositivi usati da Nunzio Paci, moduli scarnificati e simmetrie lacerate che si innestano le une sugli altri, prelevati di peso dall’immaginario pre-scientifico, dai pionieri dell’anatomia e della patologia, dalla tradizione ceroplastica che proprio nell’orbita dell’Università bolognese, dove studiò anche Gaetano Zumbo, conta maestri come Giuseppe Astorri e Cesare Bettini. Nel lavoro di Nunzio Paci convergono dunque diverse ascendenze, parentele, affinità, che si risolvono in uno sguardo allo stesso tempo pre e post scientifico, alla ricerca dei codici nascosti nel corpo del mondo e del linguaggio segreto con cui è scritto il libro della natura. A sua volta lo sguardo produce segni, moltiplicando le connessioni e ampliando il libro con nuove pagine. Non è un caso che la struttura di base su cui poggiano le ardite figurazioni ibride di Paci sia pressoché standard: un impasto materico, una pergamena pittorica come pagina strappata ad un incunabolo o ad un antico codex – ovvero ad un sistema codificato di conoscenze e saperi condivisi – mentre la ridotta gamma cromatica e la sintesi grafica evocano stampe, incisioni, monotipi. Un’altra caratteristica di base consiste nella rigida suddivisione di tutti i lavori in mostra fra un livello superiore ed uno inferiore, che però continuamente si rovesciano l’uno nell’altro. Così talvolta le creature di Paci affondano zampe e radici nell’aria mentre immergono crani, toraci e foglie nel suolo, come di fatto accade nella bizzarra natura che ci circonda quando organismi respirano terra e acqua.
Tratto dal testo “De Signatura Rerum” di Davide W. Pairone