Volume pubblicato in occasione della mostra NASCITA DELLA MATERIA. LUCIO FONTANA E ALBISOLA, Albissola Marina / MuDA, Savona / Museo d’Arte di Palazzo Gavotti (collezione Milani/Cardazzo) e Museo della Ceramica, 2 agosto – 2 dicembre 2018.
Questo volume nasce contestualmente alla mostra Nascita della materia. Lucio Fontana e Albisola, fortemente voluta dal Comune di Albissola Marina in occasione del cinquantesimo anniversario della morte di Lucio Fontana (Rosario de Santa Fé 1899 – Comabbio, Varese 1968), e supportata sul piano scientifico dal Dipartimento di Italianistica, Romanistica, Antichistica, Arti e Spettacolo (DIRAAS) della Scuola di Scienze Umanistiche dell’Università degli Studi di Genova, nell’ambito della convenzione quadro che sancisce e regolamenta la collaborazione tra i due enti, con lo scopo di favorire lo studio e la valorizzazione del patrimonio storico-artistico del MuDA, il Museo Diffuso di Albissola Marina.
Nel 1952 il Comune di Albissola Marina assegnò a Lucio Fontana la cittadinanza onoraria; l’artista italo-argentino aveva iniziato a frequentare i laboratori ceramici albisolesi nel 1936, operando principalmente presso la manifattura di Giuseppe Mazzotti, e da allora le Albisole (specialmente Albissola Marina) erano diventate la sua seconda casa, un importante luogo di relazioni umane ma, soprattutto, di sperimentazione e sviluppo della sua ricerca scultorea.
Fontana, del resto, è stato uno dei pochi artisti che hanno avuto occasione di lavorare, metodicamente, nella quasi totalità dei laboratori ceramici sorti nel territorio albisolese nel corso dei decenni: l’accurata selezione di opere presentate nella mostra e documentate in questo volume è stata condotta proprio con l’obiettivo di ricostruire le diverse tappe e i rapporti con le varie maestranze, personalità culturali, artisti e cittadini che hanno incrociato il percorso artistico e umano dell’artista, in molti casi contribuendo a determinarne la direzione.
Il titolo dell’esposizione è stato ispirato da un fondamentale saggio di Enrico Crispolti, scritto nel 1963 per la mostra Omaggio a Fontana, nell’ambito della rassegna Aspetti dell’arte contemporanea organizzata al Castello Cinquecentesco de L’Aquila, nel quale si legge: “un dibattito primario, fra l’immagine come segno di un’idea di forma… e la materia, come origine comune, impregiudicata, anteriore ad ogni cosa: nascita della materia”.
A cinquant’anni dalla scomparsa dell’artista, incoraggiati e accompagnati proprio da Enrico Crispolti – che di Fontana è stato un caro amico, oltre che il critico più assiduo e autorevole, autore di mostre e saggi fondamentali, nonché delle tre edizioni del Catalogo ragionato di sculture, dipinti, ambientazioni – abbiamo deciso, come comitato scientifico del MuDA e della annessa collana di studi MuDA Books, di non limitarci a ricordare la presenza dell’artista sul territorio attraverso una mostra temporanea ma di offrire anche un innovativo e prezioso contributo scientifico. Il libro che ne è derivato, intitolato semplicemente ma significativamente Lucio Fontana e Albisola, si apre con il saggio appositamente scritto dallo stesso Crispolti, dal quale emerge con evidenza l’importanza di Albisola come luogo fontaniano e come centro europeo d’avanguardia; seguono gli interventi di Luca Bochicchio e di Paola Valenti – curatori, con Crispolti, del volume e membri del Comitato scientifico del Muda – dedicati, rispettivamente, alla puntale ricostruzione della vicenda albisolese di Fontana, segnata da importanti rapporti umani e professionali, e agli interventi architettonici e ambientali condotti dall’artista ad Albisola e nella provincia di Savona; a Luca Pietro Nicoletti si deve la messa in luce dei rapporti che Fontana costruisce tra Albisola, Parigi e Milano, mettendo “in rete” gallerie ed eventi espositivi, mentre Irene Biolchini presenta le opere di Fontana conservate al MIC di Faenza e ivi giunte grazie, in primis, al ruolo di Tullio d’Albisola. Accompagna i saggi una ampia documentazione fotografica non solo di opere ma anche di foto dell’artista, in parte rimaste finora inedite. Crediamo, così, di essere riusciti nel nostro intento che, fin dall’inizio, è stato quello di restituire un quadro il più possibile plurale e completo del lungo e proficuo rapporto intercorso tra il grande artista e il territorio ligure.
[dalla Presentazione di Leo Lecci]