Titolo: Il segno astratto. La collezione Palpacelli da Avenali a Scialoja
Autore/Artista: AA.VV.
Testi: Alessandro Brodini, Margherita Fratarcangeli, Simona Battisti, Isabella Colucci, Simone D’Ambrosi, Antonella Lazzaro, Giovanna Cappelli
Lingua: italiano
Anno: 2015-2017
ISBN: 978-88-6057-306-3
Dimensione: cm 21×29,7
Rilegatura: brossura filo refe
Pagine: 160
Prezzo: € 30.00
Disponibile anche in versione ebook:
ISBN: 978-88-6057-269-1
Formato: PDF
Prezzo: download gratuito
Pubblicato in occasione della mostra “Il segno astratto. La collezione Palpacelli da Avenali a Scialoja”, a cura di Alessandro Brodini e Margherita Fratarcangeli, Frascati, Museo Tuscolano – Scuderie Aldobrandini, 8 febbraio – 1 marzo 2015.
Novant’anni fa nasceva Francesco Palpacelli (Fiuggi 1925 – Roma 1999). La cifra così tonda, poco meno di un secolo, è solo una coincidenza: questa mostra non intende celebrare alcun anniversario, una moda ormai tanto diffusa che quasi ogni mese sembra ci sia qualcuno da ricordare. L’obiettivo è, invece, più ambizioso. Per la prima volta, infatti, si vuole rendere omaggio non solo alla figura di Francesco Palpacelli architetto, ma anche alla sua passione – condivisa con la moglie Gabriella Riccio – per l’arte.
Del resto su Palpacelli e la sua attività come progettista si sono già avute alcune iniziative, il cui lodevole scopo era quello di trarre dall’ombra un bravissimo architetto che in vita non aveva ricevuto sufficienti attenzioni. A partire dal 2001, con l’instancabile coinvolgimento della signora Riccio Palpacelli, si sono promosse alcune mostre e pubblicazioni che hanno cercato di far conoscere al grande pubblico l’attività professionale dell’architetto.
Ma ancora pochi sanno che, oltre all’architettura, Palpacelli aveva molte altre passioni. Una di queste era appunto l’arte. Nello studio di via Giulia, condotto da Palpacelli nel corso di un trentennio (1967-1997), attorno ai tavoli da disegno trasformati in tavolate conviviali, si sono avvicendati, come in un caleidoscopio, personaggi del calibro di Marcello Avenali, Alfonso Gatto, Sergio Musmeci, Carlo Scarpa, Toti Scialoja e moltissimi altri. In questo gruppo i rapporti di amicizia non erano mai disgiunti da quelli di stima professionale e così i Palpacelli hanno iniziato, pian piano, a raccogliere le opere d’arte degli artisti-amici che frequentavano il loro circolo.
A volte, con la leggerezza di uno scherzo, fiorivano disegni su un menù da ristorante o su una tovaglia macchiata di vino; altre volte, con la serietà del collezionismo di professione, venivano acquistati dipinti che erano stati esposti nelle mostre, magari proprio quelle allestite nella vicina Galleria Giulia. E così la collezione di Gabriella e Francesco Palpacelli ha superato le oltre cento opere. A parte qualche piccola “perdita”, la raccolta conserva tutt’oggi la compattezza originaria e, soprattutto, non è mai stata esposta al pubblico.