Headline: Ivan Lardschneider | A child’s play
Authors / artists: Ivan Lardschneider
Texts: Patrick Pii, Francesca Cundari, Dennis Reinhardt
Traduzione ita/ingl: Sara Vivenzio
Year: 2014
ISBN: 978-88-6057-233-2
Size: 16.5 × 23.5 cm
Binding: cartonato
Pages: 64
Price: € 25,00
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Format: PDF
ISBN: 978-88-6057-234-9
Price: free download
[…] Apparve dunque evidente che Lardschneider si appropriava di quella tradizione secolare ma allo stesso tempo ne coglieva i limiti e proponeva soluzioni inedite e forse inaudite per superarli. Queste soluzioni erano e sono suggerite dalla coscienza di chi con disincanto e delicatezza guarda al mondo: il bambino.
Quando abbiamo avuto finalmente modo di conoscere Ivan per proporgli una collaborazione, ci siamo trovati all’interno del suo studio, immerso nel paesaggio fiabesco delle sue montagne ed abbiamo incontrato l’artista bambino che risiede nella sua anima, i cui spunti sono il gioco, l’allegria e la leggerezza. L’unico filtro che traspare del suo ormai essere adulto sta nella cosciente ironia che pervade ogni suo lavoro e che racconta di un’umanità che ha perso la voglia di scherzare con se stessa e che rischia di perdersi giorno dopo giorno nella modernità asfittica delle tecnologie, create dall’uomo per comodità, ma non per la sua socialità. Grazie appunto alla tecnologia, quest’uomo è oggi più vicino al prossimo ma da esso si allontana, così come cerca di fuggire da se stesso; has stopped communicating in its etymological sense of pooling. Non basta infatti pronunciare, scrivere o disegnare per comunicare; la comunicazione avviene quando arriva, quando l’espressione è compresa e diventa patrimonio universale per la costruzione di una discussione, di un sapere, di una cultura. Lardschneider ci consente di tornare al senso primordiale di questa comunicazione perché usa un linguaggio semplice ed intuitivo. La sua figura lineare è assoluta, è ognuno di noi e non ha bisogno di altro se non dei gesti che sono i nostri, quelli di ogni giorno.
Raccontare delle sue sculture significa avere il privilegio di ricondurci a quella condizione fanciullesca ed ingenua, semplice ed incontaminata che ci ha insegnato a chiamare le cose con il loro nome, per trascendere il linguaggio costruito e per renderlo di nuovo puro.
Tratto dal testo di Patrick Pii e Francesca Cundari, iSculpture Gallery, San Gimignano & Casole d’Elsa