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ALICE ZANIN
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Verba volant
La carta di giornale si presta ad una rivisitazione in chiave ironica del detto latino “verba volant scripta manent”, dove l’eloquio, attinente all’umano, espropriato del proprio significato, assume sembianze animali, soggetto che ne è, per antonomasia, privo. Parole volanti, indecise, nitrite o pungenti, si avvolgono attorno a questi animali smagriti e fuggiaschi, molto indocili e indisponibili alla buona presenza, assai pronti alla sparizione, nel tentativo di tradurre, attraverso la forma, l’inadeguatezza e scissione di un corpo di carne col sentire e i pensieri – tanto mutevoli e tormentati anche quando contengono un po’ di felicità. Perché la parola, è estrema grazia ma anche dannazione, che vive, proferita o accolta, senza possedere il dono dell’esattezza. E allora, tanto vale metterla a dormire sopra a una gruccia di ferretti, un pensiero attorno ad una porzione d’aria, e stare ad osservare che fa lo strano effetto di una giraffa nel bel mezzo di una sala da pranzo.
Alice Zanin
Tratto dal sito dell’artista: www.alicezanin.com
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