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Franco Belsole

In 1990 inizia a lavorare con la fotografia collaborando con operatori culturali e artisti realizzando documentazioni a carattere artistico.

In 1991 vince una borsa di studio al Progetto Internazionale Civitella D’Agliano fondato dal critico d’Arte Filiberto Menna, dove ha la possibilità di conoscere e collaborare con artisti della massima scena internazionale.

In 1992 espone in una collettiva con pittori e scultori al Palazzo d’Alessandri di Viterbo. Approfondisce il suo linguaggio fotografico in linea con la tendenza documentaristica della scuola di Düsseldorf dei coniugi Bernd e Hilla Becher, pur mantenendo un suo personalissimo stile.

In 1993 inizia a realizzare lavori su metropoli come Parigi, Monaco, London, Helsinki, Berlin.

È nell’ambito di Photogrammatica, la rassegna Internazionale di Fotografia di Roma, than in 1993 gli viene assegnato il premio Sebastiano Oschmann Gradenico Giovani Fotografi Romani.

In 1994 è a New York dove conosce e scambia esperienze con la scena artistica americana.

In 1997 è finalista al premio arte moderna Flash Art Museum.

In 1998 vince il primo premio della critica alla Biennale Internazionale della Fotografia del Trevi Flash Art Museum.

Realizza Streets, un lavoro sulle strade di New York, dal quale uscirà anche un libro, presentato successivamente alla mostra personale nella galleria AOCF58 di Roma.

In 2002 è a Philadelphia dove realizza Market Street, un lavoro concentrato su una delle strade e vie principali di Philadelphia.

He was born in 2006 il libro fotografico Fermata Taxi con Dedica, Edizione La Camera Verde.

In 2007 vince il primo premio nel concorso nazionale d’arte contemporanea “Saturarte” di Genova.

He was born in 2013 il libro fotografico PARIS 2010 presentato alla Galleria Laure Roynette di Parigi.

Seguono numerose mostre personali e collettive ed è presente in rassegne internazionali in Italia e all’estero. Le sue opere fanno parte di collezioni private e pubbliche.

Componente centrale nel lavoro di Franco Belsole è l’interesse e l’attenzione verso l’anonimato nelle grandi metropoli, contemplando la posizione dell’individuo nel dinamismo e simbolismo architettonico, culturale e antropologico nelle società occidentali.

L’individuo, ripreso in spazi o non luoghi in una qualsiasi metropoli, diventa protagonista nelle installazioni e dittici di grande e medio formato presentati in gallerie e luoghi architettonici che di conseguenza assumono un ruolo di contenitore d’opera.

Nell’ottica della video arte assistiamo ad una costruzione di ripresa che si concentra sull’effetto del rallentamento, come nel film QUE SUIS-JE the 2015, interamente girato a Parigi, la cui tematica affianca il lavoro fotografico e accarezza il tema dell’esistenzialismo nella società contemporanea.

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