Willy Verginer
Willy Verginer è nato a Bressanone (BZ) nel 1957. Vive e lavora a Ortisei (BZ).
Ha frequentato l’Istituto d’Arte di Ortisei, dove ha studiato Pittura. Dopo il conseguimento del diploma ha lavorato in vari laboratori di scultura in legno della Val Gardena. Negli anni Ottanta, partito dalla tradizione della sua valle, cercò come autodidatta di staccarsi da schemi convenzionali. Dal 1984 al 1989 insegna nella Scuola Professionale di Scultura di Selva (BZ). In una delle prime mostre personali, curata da Danilo Eccher presso la Galleria Spatia di Bolzano, i lavori sono astratti, in legno con l’accostamento di materiali naturali. Gli anni Novanta sono caratterizzati da una proficua attività espositiva e in questo periodo si forma anche il gruppo artistico Trisma, costituito da Walter Moroder, Bruno Walpoth e Willy Verginer. Ne seguono dieci anni di ricerca, di crisi e anni poco creativi. Nel 2005 si affaccia nuovamente sulla scena artistica esponendo a Trento presso la Galleria Castello: Verginer ha cambiato radicalmente lo stile e si è presentato con opere figurative, sviluppando un linguaggio plastico originale abbinando all’intaglio l’impiego di una pittura acrilica dalle tinte schiettamente artificiali. Seguono esposizioni personali a Vicenza, Milano, Bergamo e Trento curate da Alberto Zanchetta, Luca Beatrice e Ivan Quaroni.
Nel 2010 espone nel museo Coda ad Apeldoorn in Olanda con altri scultori della Val Gardena. Nel 2012 espone ad Anversa in Belgio ed in questa città ha avuto una proficua attività espositiva che continua tuttora.
È stato invitato alla 54° Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia nel 2011 per rappresentare la regione Trentino Alto Adige. Ha partecipato alla Biennale Italia - Cina presso la Villa Reale di Monza e al 1st Annual Collectors Contemporary Collaboration curata da Chang Tsong Zung nel Hong Kong Arts Center.
Negli anni 2013-2014 inizia un nuovo ciclo intitolato Baumhaus; la prima mostra di questo ciclo si tiene al MAC – Museo d’Arte Contemporanea di Lissone (MB) e partecipa, lo stesso anno, alla Biennale Gherdëina con un’opera monumentale intitolata appunto Baumhaus. Viene invitato dal Museo Ianchelevici a La Louvier in Belgio a esporre in una mostra personale, che si tiene da marzo a giugno del 2015. Lo stesso anno, che è stato un anno molto proficuo per quanto riguarda l’attività espositiva, partecipa all’Open Art di Örebro in Svezia ed espone nella mostra collettiva dal titolo Nature a cura di Margherita de Pilati presso la Galleria Civica di Trento.
Due anni dopo è invitato a partecipare alla mostra collettiva Legno/Lën/Holz, a cura di Gabriele Lorenzoni, sempre presso la Galleria Civica di Trento: la prima mostra di scultura contemporanea dedicata alla materia del legno in Italia.
Negli ultimi anni Willy Verginer si concentra sulla tematica dell’ambiente. A Detroit, in Michigan (USA) nel 2017, espone una grande installazione alla Wasserman Projects. Questa mostra a Detroit si può considerare il miglior esempio di maturazione della tematica ambientale nei lavori di Verginer. Nel 2019 partecipa con due opere alla collettiva Nature in Art al MOCAK Museo di Arte Contemporanea di Cracovia (PL). Nello stesso anno inizia una tematica nuova chiamata Rayuela, ispirata all’omonimo libro di Julio Cortázar. Espone i primi lavori di questa serie a Tel Aviv alla galleria Zemack Contemporary Art e approfondisce la stessa tematica nella personale presso la galleria Studio D’Arte Raffaelli di Trento nel 2020.
Tra il 2021 e 2022 partecipa ad una mostra collettiva itinerante dal titolo Gazing of Tranquility. Italian Contemporary Figurative Art Sculpture, in tre musei della Cina: Zhejiang Art Museum, Hangzhou Wuhan Art Museum, Guangdong Museum of Art. Sempre nello stesso periodo lavora ad un nuovo progetto intitolato Il giardino perduto che viene esposto nella chiesa di San Barnaba a Bondo Trentino. Le opere di questa mostra vengono successivamente installate alla AKY Gallery di Taipei.