Nero/Alessandro Neretti da Schio (VI)
Con quali oggetti e spazi del tuo quotidiano stai interagendo di più?
Gli spazi sono sempre gli stessi (casa/studio/orto); ho incrementato però la frequentazione di una tettoia sotto la quale mi piace cucinare utilizzando dei fornelli a legna handmade… Mentre arrampicandomi sul tetto del capannone riesco a vedere il sole tramontare dietro la Catena del Sengio Alto (Piccole Dolomiti).
Abbiamo a che fare con un tempo e uno spazio nuovi. Cosa stai scoprendo o riscoprendo di te?
La mia posizione di artista, seppur la sfera privata sia distaccata dal contesto sociale, è pur sempre di enorme privilegio all’interno dei canoni stabiliti dalla nostra contemporaneità.
Detto questo, per tornare alla domanda, non ho riscoperto ma ho preso maggior coscienza. Coscienza della mia dimensione lavorativa e abitativa. La possibilità di avere un casannone (casa + capannone, cit. Claudio Bertorelli) e un orto/giardino mi pone in questo momento di clausura in una posizione di enorme privilegio permettendomi di inoltrarmi nel mondo esterno saltuariamente (una volta al mese) perché gran parte di ciò di cui necessito è già in mio possesso. [Ora, a seguito di un’attenta analisi, posso confermare che: “Gallina che canta ha fatto l’uovo, due volte su tre”.]
Cosa ti manca? La tua personale esperienza dell’“assenza” e della “mancanza”.
Mi manca l’indagine degli spazi, la ricerca dei dettagli nei luoghi, la casualità dell’errare in cerca di qualcosa, il formulare ipotesi per nuove domande.
Mi manca la montagna, la natura, camminare nei boschi, perdere lo sguardo a metà del percorso.
Mi manca la discarica, cercare oggetti rifiutati per farli miei, perché assolvano alle mie necessità.
Mi manca il convivio, il cucinare per le persone con cui decidi di passare il tempo e a cui vuoi bene.
Mi manca la motoretta, la quotidianità fatta di infrazioni, scippi e contromano…
Come immagini il mondo, quando tutto ripartirà?
Una merda come prima, ma con l’umanità violentata da una pandemia… Al limite del collasso economico e sociale.
Quando tutto questo finirà: una cosa da fare e una da non fare mai più.
Le cose da fare sono tante. Da non fare, in cima alla lista leggo: “Smetterla di ascoltare i chiacchieroni e le ciarlatane che abitano i borghi italiani. Sono esseri piccoli, ridicoli, perditempo…”. La nostra vita è fatta di rapporti, bisogna privilegiare serietà e rispetto reciproco.
Ad oggi quali sono state per te le conseguenze immediate della diffusione del Covid-19 sul tuo lavoro e quali pensi possano essere le conseguenze a lungo termine?
Purtroppo parecchi progetti sono stati rimandati o sono saltati. Non è tuttora chiaro quando potremo tornare a livelli accettabili di fruizione delle opere d’arte…
Nero/Alessandro Neretti, artista visivo, ricercatore, critico osservatore della condizione contemporanea estende un costante lavoro di auto-fiction alla ricerca ambientale, che si rivolge allo spazio del qui e dell’ora, comprendendo valori architettonici, culturali e naturali. I processi di autodefinizione e di rielaborazione del dato sensibile si intrecciano in immagini fortemente simboliche. Soggetti animali e mitologici, ma anche segni e codici, emergono da tecniche diverse (fotografia, ceramica, stampa, assemblaggio, video). L’objet trouvé entra in tale processo in forma di installazioni complesse, dove l’aggancio all’esistente presente avviene in chiave di post-realismo semantico. L’obiettivo finale è la provocazione, la resistenza, l’alternativa al collasso storico e culturale. Alcuni dei suoi progetti personali sono stati ospitati da: CASABELLA laboratorio – Milano, Museum Beelden aan Zee – L’Aia/Paesi Bassi, MAR – Museo d’Arte Della Città – Ravenna, PAC/Padiglione d’Arte Contemporanea – Milano.
Nelle scorse settimane, sotto la curatela di Elena Agosti, ha iniziato la residenza d’artista che rientra nelle azioni del progetto COMUNITÀ/CULTURA/PATRIMONIO per il contrasto alla povertà culturale, realizzato con il sostegno di Fondazione Cariverona e promosso in collaborazione tra il Comune di Nove e il Comune di Bassano del Grappa che avrà come luogo cardine il Museo Civico della Ceramica di Nove. www.ovveronero.net
https://vimeo.com/alessandroneretti