Ivano Troisi da Salerno
La tua nuova ritualità quotidiana…
Sicuramente caratterizzata da una riflessione più lenta, da un impulso viscerale che pian piano mi ha condotto su un nuovo piano di osservazione dei miei lavori meno recenti. Un approccio innovativo e profondo che mi stimola a guardare il mio lavoro da un punto di vista audace e inedito.
Con quali oggetti e spazi del tuo quotidiano stai interagendo di più?
Uno dei metodi più facili per organizzare il lavoro è sicuramente l’utilizzo del PC e il confronto con colleghi e amici. Ciò che in questo momento caratterizza il mio quotidiano è sicuramente l’osservazione del mondo dalla finestra. Attraverso di essa ho la fortuna di ammirare un meraviglioso scorcio dei Monti Picentini e della natura incontaminata che li caratterizza, visto che la mia casa/studio è collocata nei pressi di un frutteto ed altri campi coltivati. Non avendo barriere architettoniche, ho la possibilità di constatare i cambiamenti della natura, natura che generalmente vivo in maniera immersiva, prendendone una distanza fisica, che mi permette di interagire con i miei elementi in modo differente.
Abbiamo a che fare con un tempo e uno spazio nuovi. Cosa stai scoprendo o riscoprendo di te?
Carattere pessimo e poca tolleranza.
Cosa ti manca? La tua personale esperienza dell’“assenza” e della “mancanza”.
Guardare il mare e respirarlo. Per me questo periodo dell’anno è un momento straordinario, è l’attimo del rinnovamento, il periodo in cui la natura, in tutta la sua essenza, compie rapidi e significativi cambiamenti. Purtroppo non posso vivere queste emozioni nel modo in cui sono abituato. Mi mancano le passeggiate nei boschi, le escursioni in bicicletta, la primavera in tutto il suo essere.
Musei e gallerie hanno reagito al momento con la digitalizzazione e la virtualità. Quali sono le tue “strategie” per instaurare nuove relazioni?
Non ho delle strategie ben precise, piuttosto sono stato molto felice di rispondere alla call #iorestoacasa | a call to action, alla quale mi ha invitato il Museo Madre, dove ho presentato un’opera dal titolo Guardarsi dentro che esorta alla riflessione in questo periodo di quarantena.
Ivano Troisi nasce a Salerno nel 1984, dove attualmente vive e lavora. Formatosi all’Accademia di Belle Arti di Roma, il suo lavoro parte dall’osservazione della natura per attuare un’analisi dei processi che ne caratterizzano le trasformazioni e le mutazioni. Tra le sue mostre personali, si ricordano quelle di Palazzo Genovese, Salerno (2007), Se il dubbio nello spazio è dello spazio, MACRO Museo d’Arte Contemporanea Roma, a cura di Nemanja Cvijanovic e Maria Adele Del Vecchio (2014), Galleria Tiziana Di Caro, Salerno (2012 e 2014), Leggerezza della terra, Tempo Imperfetto. Sguardi presenti sul Museo Archeologico Provinciale di Salerno, un progetto della Fondazione Filiberto Menna – Centro Studi di Arte Contemporanea, a cura di Antonello Tolve e Stefania Zuliani (2014), Prima, Galleria Nicola Pedana, Caserta (2018) ed Ex voto, Museo Archelogico, Pontecagnano (2019).
Nel 2014 Troisi è stato nominato per il Prima Pagina Art Prize, il concorso promosso da Il Resto del Carlino e Quotidiano.Net, nell’ambito di Arte Fiera Bologna. Nel 2017 ha preso parte al programma di residenze per artisti BoCS Art Cosenza. Nel 2019 è invitato ad Open Dream Treviso, a cura di Flavio Arensi, Valentino Catricalà e Martina Cavallarin. Successivamente partecipa a varie collettive da ricordare: La potenza dell’arte contemporanea, Pinacoteca Provinciale di Potenza, a cura di Lorenzo Benedetti e Opere, idee, progetti, persone dalla collezione del Madre, Castello Macchiaroli, Teggiano (SA) a cura di Andrea Viliani e Silvia Salvati, in seguito una sua opera è entrata a fare parte della collezione permanente della Fondazione Donna Regina – Museo MADRE, è presente nella collezione “Doni” – Imago Mundi Luciano Benetton Collection e nell’Atlante dell’arte contemporanea a Napoli e in Campania, a cura di Vincenzo Trione (Electa, 2017). www.ivanotroisi.com