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Giorgio Tentolini
Giorgio Tentolini da Casalmaggiore (CR)

Com’è cambiato il tuo modo di lavorare?
Devo dire che, per una serie di fortunate coincidenze e avendo ricavato lo studio in casa, non ho mai dovuto cambiare o anche solo rallentare la produzione, anzi, fin da subito, passati i primi momenti di smarrimento, mi son detto che avrei avuto due possibilità: adattarmi a questa nuova situazione, gettando le basi per una nuova visione del domani, o cambiare lavoro. Ho optato per la prima, approfittando del maggiore tempo libero per dedicarmi a nuovi canali di ricerca, nuove strategie di esposizione e per rivolgere ancora più attenzione e amore al mio operato, con l’idea fissa che l’unico modo per cadere in piedi è quello di innestare il turbo per farsi così trovare pronti al momento della riapertura.

Cosa ti manca? La tua personale esperienza dell’“assenza” e della “mancanza”.
Stiamo vivendo la fase 1 e tra pochi giorni ci aspetterà la nebulosa fase 2 (l’artista ha risposto alla nostra intervista il 3 maggio 2020, ndr)… Il periodo pre-virale sembra ormai lontano anni luce, il mantra “niente sarà come prima” accompagna ogni conversazione attuale e questo influenza la percezione del futuro. Mi manca il “contatto umano” e mi distrugge vivere “l’altro” come un possibile pericolo biologico. L’uomo si è evoluto grazie alla sua straordinaria adattabilità e quindi non ho dubbi ci abitueremo a questa nuova condizione. Da parte mia farò del mio meglio per essere a mia volta parte di questo nuovo presente. Ho voglia, come tutti, di ritornare ad esporre in un luogo fisico, circondato da un pubblico reale, finché questo non sarà di nuovo possibile sarò comunque felice di sfruttare i mezzi messi a disposizione e approfitterò delle nuove soluzioni espositive.

Musei e gallerie hanno reagito al momento con la digitalizzazione e la virtualità. Quali sono le tue “strategie” per instaurare nuove relazioni?
La prima cosa che ho fatto, scattata la reclusione, è stato di attivarmi anche in questo senso, aderendo a diverse iniziative; prima fra tutte, ho raccolto l’invito a partecipare ad una bellissima mostra virtuale presso la galleria Brun Fine Art in Old Bond Street a Londra (https://brunfineart.com/viewing-room/1-parnassos-giorgio-tentolini-an-online-exhibition/). In tempi record hanno realizzato una ricostruzione 3D degli spazi espositivi, il tutto accompagnato da un bellissimo catalogo ricco di immagini e testi critici. È stata inaugurata pochi giorni fa ma stiamo già raccogliendo ottimi riscontri. Penso sia stata un’ottima idea che sta già dando i suoi frutti. Anche le altre gallerie in Italia, America, Grecia e Francia si son subito attivate incrementando la vendita online e dedicandosi alla promozione del mio lavoro.

Come immagini il mondo, quando tutto ripartirà?
Non voglio essere retorico, ma me lo immagino migliore, non voglio pensare diversamente. La storia ci insegna che le crisi hanno sempre portato a grandi passi in avanti, l’importante, in questa fase, è stringere i denti e resistere. Tutti ci siamo fermati e abbiamo detto “e ora cosa ne sarà di noi?”. Non possiamo saperlo, se ci limitiamo a registrare le informazioni attuali, non possiamo che cadere nella più cupa depressione. Rimaniamo focalizzati, dunque, pronti ad adattarci ai cambiamenti e alle difficoltà della ripartenza. Gli anni scorsi eravamo tutti vittime di un sistema iper accelerato, ora stiamo vivendo un momento che può darci la possibilità di rallentare e riflettere; facciamolo e tiriamo fuori delle idee, raccogliendo la sfida di farci trovare pronti e più forti di prima.

Giorgio Tentolini, Casalmaggiore (CR), 1978.
Dalla studiata sovrapposizione di ritagli su strati di rete metallica riemergono, con la consistenza di impalpabili visioni, le gradazioni chiaroscurali delle istantanee che lo scatto fotografico dell’artista ha sottratto al frastuono mediatico della contemporaneità: anatomie, volti di jeunes-filles e manichini (Presenze), soggetti della statuaria classica (Pagan Poetry) e la struttura architettonica di appartamenti (Immobili). Fin dai primi anni 2000, il suo approccio analitico alla visione lo porta suddividere l’immagine in livelli di luminosità, scanditi nell’acetato, nel plexiglass, nella carta nelle reti in pvc e nel tulle. Le opere in rete metallica (2016-2020) rappresentano l’apice di questa ricerca espressiva. Il gioco di intreccio, sfasatura e sovrapposizione dei moduli esagonali che compongono la maglia delle reti si trasforma nella trama percettiva attraverso la quale l’occhio coglie i tratti distintivi del soggetto, strutturato dalla stratificazione delle zone di luce e ombra. Vincitore del Premio Nocivelli, del Premio Rigamonti nell’ambito del Premio Arti Visive San Fedele di Milano, del Premio Paratissima Torino e Menzioni Speciali all’Arteam Cup della rivista Espoarte, l’artista ha esposto a Londra, Berlino, Amsterdam, nel Principato di Monaco, oltre che presso: il Palazzo del Monferrato di Alessandria, la Fondazione Dino Zoli di Forlì e il Palazzo della Ragione di Verona. Nel 2014 una sua opera entra nella collezione permanente del MAR di Ravenna. Nel 2018, come finalista del Premio Cairo, curato dalla rivista Arte, espone al Palazzo Reale di Milano. [Guendalina Belli]
La sua galleria di riferimento è Colossi Arte Contemporanea, Brescia.
www.giorgiotentolini.com