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Ettore Pinelli in studio, aprile 2020
Ettore Pinelli da Modica (RG)

La tua nuova ritualità quotidiana…
Le mie nuove giornate sono scandite da tempi estremamente lenti, in cui riposo e lavoro quasi si alternano. Nell’estremo sud della Sicilia, dove io vivo, è risaputo che i ritmi sono più lenti, a maggior ragione adesso, confinati dentro le nostre case. La mia sveglia ha subìto uno spegnimento che mi da libertà di non avere orari, ma intorno alle 9:00 sono in piedi e già alle 11:00 riesco a trascorrere le prime ore in studio, che fortunatamente è in uno spazio dentro casa, e mi consente di continuare a lavorare come sempre. Il pomeriggio trascorro qualche momento in giardino e mi godo un po’ di aria aperta, l’unica concessa al momento, dopo ritorno in studio fino a sera.

Com’è cambiato il tuo modo di lavorare?
Il mio modo di lavorare è rimasto tale ma senza l’assillo degli appuntamenti che incombono, perché adesso, quelli futuri sono stati rimandati a data da destinarsi.
Mi concedo più tempo per ogni lavoro, e questo sicuramente mi fa bene. Ho ripreso la pratica del disegno, concentrandomi a tempo pieno su grandi carte, che anticipano nuovi obiettivi e nuove libertà tecniche, pronte ad influire positivamente nella mia prossima produzione pittorica.
Durante queste settimane trascorse in quarantena, oltre ad intensificare il lavoro sul disegno, ho sperimentato una lunga serie di piccoli studi su carta, in cui, attraverso il segno e pennellate libere e trasparenti, muovo delle immagini iconiche (quindi figurative) verso un’astrazione di natura differente da quella che ho sviluppato in questi anni. Li considero delle vere e proprie evasioni tecniche, un intermezzo frivolo e cromaticamente sovraccarico, sicuramente dovuto alla mancanza di libertà.

Cosa ti manca? La tua personale esperienza dell’“assenza” e della “mancanza”.
Mi manca il contatto umano, mi manca incontrare le persone. La distanza sociale ci ha privati di una cosa fondamentale, la possibilità di trascorrere del tempo insieme e confrontarci sul lavoro. So che è una misura temporanea e che presto avremo modo di riprendere le nostre attività, ma adesso è da considerarsi un deficit vero e proprio. Mi manca la possibilità di pianificare il mio lavoro come sempre, mi manca viaggiare.

Come immagini il mondo, quando tutto ripartirà?
Immagino il mondo, in una situazione riscontrabile già da ora, con povertà e paura che si protrarranno per un tempo non definibile. Ma spero che, al di là delle conseguenze a livello economico-sociale che dovremo lentamente superare mossi da una rinnovata coscienza collettiva, tutti saremo in grado di attuare un cambiamento tangibile, necessario per ricostruire il mondo secondo delle logiche nuove.

Stiamo capendo che si può vivere con meno mobilità?
Sì, stiamo capendo che si può, ma per quanto tempo? Non possiamo permetterci di vivere un tempo indeterminato né in quarantena né chiusi nelle nostre città. Per quanto, attraverso una certa visione, possa sembrare rivoluzionario, rilassante e trasversalmente produttivo, tutti noi necessitiamo dei nostri piccoli o grandi spostamenti. Io vivo in Sicilia, e senza i miei viaggi rimango confinato in una situazione territoriale che mi rappresenta fino ad un certo punto. Ho la necessità, come tutti, di poter riprendere in sicurezza le attività che adesso sono congelate.


Ettore Pinelli
(Modica, 1984). La sua ricerca è incentrata sull’osservazione dal punto di vista antropologico di aspetti relazionali della natura umana portati al limite. A partire da immagini, video ed iconografie ricavate dai media, evidenzia il rapporto interpersonale portato allo stremo e quello che l’uomo contemporaneo ha con l’informazione. Finalista in numerosi premi tra cui il
Premio Fondazione San Fedele (Milano), Premio Combat Prize (Livorno), Premio Francesco Fabbri (Treviso), Arteam Cup (Forlì), Premio Cairo (Milano). Nel 2015 vince il Premio Marina di Ravenna. Ha partecipato a diversi programmi di residenza, tra cui Bocs Art a Cosenza e Territori contemporanei a Prato. Tra le sue mostre personali: Archivio senza titolo, Sacca Gallery, Pozzallo, 2020; Un luogo sconosciuto, Circoloquadro, Milano, 2019; Mono, ArtVerona con Fusion Art Gallery/Inaudita, 2018; Un luogo sconosciuto, Ritmo, Catania, 2018; Mono, Fusion Art Gallery/Inaudita, Torino, 2018.
www.ettorepinelli.com