Samantha Passaniti da Porto Santo Stefano (GR)
Con quali oggetti e spazi del tuo quotidiano stai interagendo di più?
La mia quarantena da reclusa nel mio piccolo appartamento è un qualcosa che mi ha davvero messa alla prova: vivo in un piccolissimo spazio senza possibilità di respirare all’aria aperta non avendo il balcone. Così le mie giornate passano in pochi metri quadrati che riempio con le cose che amo fare di più. Di sicuro lo schermo del PC come unico collegamento con il mondo virtuale e la mia finestra, anch’essa diventata uno schermo verso il mondo naturale, sono i miei due punti di riferimento, come due sentieri che mi fanno, tutto sommato, sentire bene percorrendoli anche senza poter uscire di casa. Inoltre i libri, lo yoga, cucinare e il mio lavoro che continuo a fare con estrema metodicità anche se su misure ridotte, scandiscono il ritmo delle mie giornate alle quali cerco sempre di dare un senso, perché credo che ora più che mai ci sia bisogno di un atteggiamento positivo, produttivo e progettuale verso un futuro che non si prospetta dei più rosei per nessuno, ma che voglio continuare ad immaginare come il più bello perché è l’unico che ci è concesso nella nostra esperienza esistenziale, qui ed ora.
Abbiamo a che fare con un tempo e uno spazio nuovi. Cosa stai scoprendo o riscoprendo di te?
Ho riflettuto molto su questo aspetto avendo tanto, tanto tempo per poterlo fare e devo dire che in realtà non ho scoperto o riscoperto nulla di nuovo. Di sicuro però ho riconfermato certe scelte che mi hanno portata ad essere oggi quella che sono. Ho sempre vissuto molte privazioni: essere e decidere di fare l’artista in tempi di crisi, quando non hai la fortuna di nascere ricca, non è semplice. Ho sempre convissuto con le costrizioni che ne derivano e anche se tutto questo a volte è davvero complicato non ho per questo mai smesso di dare valore al mio tempo non rinunciando mai ai miei sogni. Ho deciso di rimanere a vivere nel piccolo paese della Toscana in cui sono nata perché la necessità del contatto con la natura è fondamentale per la mia ricerca, rinunciando così agli scambi sociali e culturali che offrono le grandi città, che cerco di frequentare viaggiando non appena ne ho l’occasione. Tutto questo percorso, ha aumentato il mio grado di resilienza e la capacità di contatto con me stessa, ed è per questo che forse la mia quarantena è stata abbastanza serena, come se in un certo senso fossi in parte abituata all’isolamento. Sono solita passare molto tempo da sola attingendo dal mondo interiore piuttosto che dalle relazioni con il mondo esterno, ho sempre vissuto con poco, mi sono sempre accontentata delle cose semplici che sono poi le più importanti, quindi, sostanzialmente continuo la mia battaglia anche oggi con il sorriso.
Cosa ti manca? La tua personale esperienza dell’“assenza” e della “mancanza”.
Oltre al mio studio, che è il mio spazio vitale di espressione, di sicuro mi manca terribilmente poter comunicare, parlare e ridere con le persone a cui voglio bene: guardare negli occhi le persone che mi mancano è qualcosa che vorrei poter fare prima possibile, senza dover far passare tutto sempre attraverso il filtro dei dispositivi tecnologici.
Un altro aspetto che mi manca fortemente è il sentirmi libera in natura, poter andare in riva al mare, poter sentire il sole sulla pelle senza doverlo vedere solo dalla finestra. In sintesi, due chiacchiere con una amica o un amico passeggiando al mare è sicuramente la prima cosa che farò non appena sarà possibile.
Come immagini il mondo, quando tutto ripartirà?
Non ho proprio idea di come cambierà il mondo e se davvero cambierà. Sono sicura che questo momento rappresenta una specie di spartiacque tra un prima e un dopo il Covid e a noi è stato concesso di osservare e vivere in prima persona entrambe queste ere. Da inguaribile sognatrice, spero che qualsiasi cambiamento avvenga sia in positivo e che, grazie a questa esperienza estrema, molte coscienze si possano risvegliare. Molti lo hanno già fatto, molti artisti e tra questi anche io, da anni invocano un rallentamento, una presa di consapevolezza dei valori morali, sociali ed ecologici che davvero potrebbero renderci tutti più umani e un allentamento dalla frenesia dettata sempre da spregiudicati interessi economici. Tutto questo sistema capitalistico e frenetico non funziona più, sta distruggendo tutto, sta distruggendo noi stessi e sta crollando davanti ai nostri occhi: ecco, io spero veramente che questi aspetti possano essere evidenti finalmente a tutti anche se sono consapevole che scardinare certe dinamiche, sarà una battaglia davvero dura ma assolutamente necessaria. Oggi ci vediamo costretti a rallentare, e forse ci renderemo conto che si può vivere bene lo stesso, anzi, si può vivere molto, molto meglio.
Ad oggi quali sono state per te le conseguenze immediate della diffusione del Covid-19 sul tuo lavoro e quali pensi possano essere le conseguenze a lungo termine?
La mia ricerca artistica nasce come una riflessione sul rapporto tra uomo e natura, un’analogia che si fa materia e immagine attraverso le varie tipologie di materiali che raccolgo nell’ambiente e che successivamente rielaboro nel mio studio: è una poetica che vuole riportare l’uomo al proprio posto nell’universo ridimensionandone il potere che di fatto non ha e non ha mai avuto al cospetto della grandezza della natura. J.W. Goethe nel suo testo “Natura”, raccolto nel libro “La metamorfosi delle piante”, afferma che agiamo continuamente sulla natura ma che non abbiamo su di lei nessun potere. Credo che questo momento storico stia ribadendo questo concetto, che condivido da sempre. Con il mio lavoro ho sempre voluto esprimere un ritorno all’armonia del tutto attraverso il rispetto dell’ambiente che ci ospita, e tutta questa triste situazione che stiamo vivendo ha semplicemente riconfermato questa mia idea, che continuerò a portare avanti con ancor più determinazione, perché forse ho avuto la dimostrazione di essere sulla strada giusta, almeno con il cuore e con il pensiero.
Samantha Passaniti nata a Grosseto nel 1981 si è diplomata all’Accademia di Belle Arti di Roma e nel 2015 ha frequentato un corso post laurea presso la Slade School of Art di Londra.
La sua ricerca artistica è incentrata sulla sperimentazione di materiali naturali raccolti nell’ambiente che diventano oggetto di riflessione e indagine sulla complessità dei rapporti umani e dell’esperienza esistenziale. Le sue opere pittoriche e installative nascono da un continuo rapporto, dialogo e scambio tra interno ed esterno, tra mondo intimo e ambiente, tra anima e natura, tra esperienza esistenziale e cicli naturali.
Nel 2018 è stata selezionata dall’organizzazione internazionale ReArtiste per una collettiva presso la MC Gallery di New York. Sia nel 2018 che nel 2019 è tra i finalisti del premio Arteam Cup. Nel 2019 è vincitrice di una residenza artistica incentrata sul legame tra arte e natura in occasione del concorso Arteam Cup 2019 ed è stata selezionata per un’altra residenza presso il centro di arte contemporanea Arteventura in Andalusia, Spagna. Tra le principali mostre personali nel 2018, Corrispettivo naturale a cura di Davide Silvioli presso la Art G.A.P. Gallery di Roma. Nei prossimi mesi parteciperà ad una collettiva ad Atene, presso la Galleria Art Number 23 con sede a Londra e Atene. www.samanthapassaniti.com