Vincenzo Marsiglia da Soncino (CR)
La tua nuova ritualità quotidiana…
La ritualità che ha sempre fatto parte del mio essere, ora è ancora più accentuata e mi sta affascinando ancor di più. Nella mia mente affiora un ricordo bellissimo di un documentario riguardante Roman Opalka, che tutte le mattine seguiva lo stesso rituale, prendeva il barattolino di acrilico e con il suo piccolo pennello continuava il suo contare tramite la tela; ho, quindi, questa visione anche di me, soprattutto nell’ultimo mese mi confronto con questo mio rituale lavorativo e di vita, reclusa ma di grande meditazione e creatività.
Con quali oggetti e spazi del tuo quotidiano stai interagendo di più?
Il mio quotidiano è svolto principalmente nel mio studio di casa, dove ho avuto la possibilità di poter vivere ancor di più l’ambiente, l’architettura e la bellezza di ricevere luce naturale. Per quanto concerne gli oggetti, in questo ultimo periodo sono maggiormente oggetti di lavoro come computer e iPad con le mie applicazioni sviluppate appositamente, che peraltro sono i mezzi che hanno supportato il mio progetto, nato in quarantena, dal titolo #unritrattoperunirci.
Musei e gallerie hanno reagito al momento con la digitalizzazione e la virtualità. Quali sono le tue “strategie” per instaurare nuove relazioni?
Lavorando da anni con i mezzi tecnologici, ho appreso solo in questo momento che tutto può continuare in un determinato periodo anche grazie a questi supporti, mi dispiace solamente che sia avvenuto attraverso una situazione così tragica. La digitalizzazione in un certo senso ha sbloccato alcune visioni, grazie a questi mezzi virtuali si possono creare curiosità e dibattiti soprattutto sui social. Possiamo dire che l’approccio al mondo artistico attraverso il virtuale, ha fornito un contributo forte, instaurando relazioni connesse una con l’altra, è necessario quindi fare tesoro di queste esperienze virtuali per poter poi generare bellezza reale anche quando l’emergenza, speriamo presto, si sarà esaurita.
Come immagini il mondo, quando tutto ripartirà?
Voglio immaginare in modo positivo, anche se ci vorrà del tempo prima che riprenderemo la fiducia su ogni cosa, però voglio credere che ritroveremo un mondo più solidale e più concreto, negli ultimi anni avevamo perso alcuni valori e principi importanti della nostra esistenza e voglio dire che vi sarà un nuovo rinascimento che si diffonderà su tutto quello che creeremo da oggi in poi.
Vincenzo Marsiglia nasce nel 1972 a Belvedere Marittimo (CS). I primi approcci all’arte risalgono agli anni di studio, inizialmente ad Imperia presso l’Istituto Statale d’Arte, poi all’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano, dove consegue la laurea in Pittura. Ha iniziato poi ad esporre a metà degli Anni ’90, partecipando a mostre presso gallerie, fiere e musei in Italia e all’estero.
Le sue opere si sviluppano partendo da una stella a quattro punte che diventa nel tempo il suo carattere distintivo, vero e proprio “logo” dell’artista. La composizione delle opere diventa quasi un’operazione ossessiva che genera elementi in cui questo simbolo si unisce al tessuto, al feltro, alle paillettes e alla ceramica, in un gioco il cui ritmo e la forma, rigorosi ed equilibrati, rimandano alla lezione dei maestri dell’astrattismo e del minimalismo.
Nell’ultima serie di lavori l’artista ricorre, invece, a strumenti tecnologici che si uniscono alla pittoricità segnica caratteristica della precedente fase di ricerca. Si ritrova in questi lavori tanto una contemporaneità legata ai nuovi strumenti di comunicazione, ormai abituali nella quotidianità, quanto il desiderio di non far sopraggiungere un oggetto concreto, finito e determinato, ma un’opera mutevole e transitoria che, proprio con l’interazione del pubblico, trova il suo compimento nel processo di relazione e mutazione che porta, anche, ad una riduzione della distanza tra l’oggetto artistico e il suo fruitore. www.vincenzomarsiglia.it