«Con questa elegante e intensissima esposizione bolognese la poetica di Frani si conferma innanzitutto come una poetica del velo e dell’attesa. Egli sa interrogare la superficie della tela e la superficie del mondo perché vi sa vedere la profondità che vi è implicata. È nella superficie che infatti si dà il quadro e si dà il mondo. Ma, come diceva Nietzsche, sarebbe del tutto ingenuo pensare che la superficie sia di per sé superficiale, cioè contrapposta al vero essere del mondo, come una parte caduca e secondaria rispetto alla centralità sostanziale dell’essenza. No, Frani lavora sulla superficie ponendo nella superficie il mistero del mondo, la sua contingenza illimitata.» Tratto dal testo Il velo e la lontananza: una breve nota sulla poetica di Ettore Frani di Massimo Recalcati.
Volume realizzato in occasione della mostra “Ettore Frani. Limen” (18 marzo 2011 – 21 maggio 2011) presso la galleria L’Ariete artecontemporanea di Bologna.
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