Il suo lavoro (di Alice Padovani, ndr) si avvale di diversi linguaggi della contemporaneità – scultura, assemblaggio, installazione, performance – alternati o integrati in funzione dell’opera finale e dell’idea da cui essa è generata. La riconoscibilità passa in secondo piano rispetto alle necessità espressive, nonostante ci siano alcuni tratti ricorrenti, come l’uso di insetti ed elementi organici, l’incidenza di forme archetipiche (cerchi, quadrati) e l’attenzione alla mise en scène, che garantiscono una certa continuità visiva.
Muovendosi al confine tra realtà e immaginazione, orrore e attrazione, distruzione e ricomposizione, l’artista dà vita a storie compresse, piccole scenografie eternate in una teca museale. Il paradosso risiede nel desiderio di rendere immortale un elemento naturale, per sua natura corruttibile, ma che raggiunta una condizione di stabilità può perdurare nel tempo.
[Dal testo “Alice Padovani. Primal | forme ordinate dal caos” di Chiara Serri]
Alice Padovani è nata a Modena nel 1979. Laureata in Filosofia e in Arti Visive, dalla metà degli anni ‘90 al 2012 si forma e lavora come attrice e regista nell’ambito del teatro contemporaneo.
Parallelamente sviluppa il proprio percorso di artista visiva che la porta a esporre in mostre personali, collettive e fiere d’arte a carattere nazionale e internazionale.
I suoi lavori fanno parte di alcune importanti collezioni a Roma, Parigi e Londra.
www.alicepadovani.com
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