Titolo: Angelica Consoli. Persone che abitano la stessa casa
Autore/Artista: Angelica Consoli
Testi: Matteo Galbiati
Lingua: italiano
Anno: 2016
ISBN: 978-88-6057-350-6
Dimensione: cm 14,8×21
Rilegatura: brossura grecata e fresata
Pagine: 48
Prezzo: € 15.00
Disponibile anche in versione ebook:
ISBN: 978-88-6057-351-3
Formato: PDF
Prezzo: download gratuito
Catalogo realizzato per la mostra omonima, a cura di Matteo Galbiati e in collaborazione con Associazione Culturale Arteam, presso la Galleria Melesi di Lecco (3 dicembre 2016 – 21 gennaio 2017).
[…] Inizialmente sono libri, riviste, fascicoli a perdere la loro capacità comunicativa perché sommersi, incollati e annullati da spessi e materici segni pittorici che, se da una parte tradiscono proprio una gestualità espressiva carica di forza, dall’altra, pur nella complessità nervosa dell’azione che li ha prodotti, sanno sempre aprire uno spazio saturo di mistero e fascinazione.
Consoli ha poi capito che nella sostanza, con cui interveniva su oggetti “ready-made” (non nel senso duchampiano) per trasformali in altro, stava la potenzialità dello sviluppo della sua ricerca e, provando e sperimentando, avvicinandosi e leggendo le affinità con altri artisti storici e contemporanei che ne fanno uso, ha trovato nella cera il mezzo ideale per incarnare la correttezza e l’esattezza dei presupposti della sua estetica.
La cera irrompe nel fare dell’artista e in poco tempo si fa subito metodo: se da una parte ha consapevolezza che il percorso da compiere è complesso e la strada lunga, dall’altra l’opalescenza duttile e la versatilità espressiva di questa sostanza le trasmettono la decifrabilità del proprio carattere e del proprio temperamento.
Con la cera Angelica comprende quale itinerario devono seguire le sue opere, quale strada ha da compiere con i propri lavori, come deve e può affermare quella poesia che prima si tratteneva nel formalismo retorico dell’esordio.
Questa mostra presenta, quindi, al pubblico il futuro presente del suo lavoro, che, nello spazio della galleria lecchese riunisce sei serie differenti di opere, ma tutte partecipi di quell’equilibrio trovato nell’uso della cera che, da semplice materiale, riesce qui a diventare sostanza narrante.
[tratto dal testo critico di Matteo Galbiati]