Il lavoro di Vincenzo Frattini si colloca a metà strada tra pittura e scultura, generando una serie di ‘oggetti’ visivi – cubi, parallelepipedi, cilindri, trapezi – che si insinuano nello spazio, stimolando un rapporto attivo con l’osservatore condotto a misurarsi con l’opera e lo spazio che lo contiene.
Richiamando a se una concezione ‘concreta’ dell’arte che conduce l’analisi dei processi formativi dell’opera a un intervento diretto sul reale, ossia quella tradizione astratto-geometrica, che da De Stijl attraversa alcune delle principali vicende artistiche del Novecento, fino al Minimalismo, influenzando in Italia esperienze come quelle del gruppo romano Forma 1 e del Movimento d’arte concreta (MAC), Frattini si interessa – come lui stesso sostiene – a una indagine degli aspetti processuali dell’opera, nelle sue fasi di elaborazione, sintesi e produzione.
[dal testo di Pasquale Ruocco]