Dio disse: “Facciamo l’Uomo a nostra immagine e somiglianza”… Dio disse loro: “Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la Terra”. E così avvenne. E fu sera e mattina: sesto giorno.
Il Giardino delle Delizie è il capolavoro assoluto di Hieronymus Bosch. Esso, pur di complessa simbologia e di difficile interpretazione, rappresenta l’Umanità nel suo insieme, secondo la dottrina cristiana, con tutte le sue virtù e i suoi peccati.
Carlo Pasini riproduce oggetti e animali in scala 1:1 (modellando del poliuretano espanso) e li trasforma ricoprendoli di puntine da disegno, pietre, spilli e vetri. Sia gli animali, sia gli oggetti perdono la loro genuinità, tipica della natura e indossano una maschera come fa abitualmente l’essere umano celando spesso agli altri il vero se stesso. Questo paradosso, messo in mostra in modo spettacolare dall’artista ci porta a riflettere sugli esseri umani e sulla loro onestà intellettuale, spesso sacrificata a scapito della lealtà fra le persone, con gli altri esseri viventi e con l’ambiente in generale.
Marco Bertìn, riflette in modo ossessivo sugli effetti del consumismo sulla società contemporanea, esponendo centinaia e centinaia di foto di un manichino vestito in modo sempre diverso, con abiti presi in prestito da un mercatino dell’usato, in un infinito valzer d’identità perdute. L’economia moderna snatura le persone spingendole a rincorrere ideali materiali, allontanandole dai valori spirituali che alimentano la vita nel profondo mostrandoci la vanità di EVA, la prima indossatrice della storia.
Sandro Orlandi Stagl