Alta quota come spinta a un limite che pone in relazione tecnologie moderne, come i sistemi elettromagnetici, e materiali primordiali come il fuoco. Alta quota come definizione di un percorso concettuale e fisico di ricerca creativa.
Il catalogo presenta le opere esposte nell’omonima mostra personale – svoltasi presso Officine dell’Immagine a Milano dal 19 marzo al 19 aprile 2015 – e ripercorre la ricerca creativa di Cannistrà degli ultimi due anni: quattro istallazioni, affiancate da 15 opere inedite realizzate su supporti diversi, in grado di intrecciare un dialogo diretto tra di esse, comunicando pensieri che spaziano tra il tempo, il silenzio, l’ancestrale, il futuristico e il simbolico.
Alessandro Cannistrà concentra la sua attenzione sulla contrapposizione tra elementi diversi ma che entrano in diretta simbiosi.
Nei suoi lavori su tela, ad esempio, il tempo prolungato di esposizione al fuoco di una fiamma realizza uno spessore di fuliggine, fermandosi un attimo prima che il supporto prenda fuoco. Si compie così una tensione, intesa come uno stress di materiale, sotto forma di crettature.
Cannistrà riesce a raggiunge in questo modo quel limite verso cui tende il suo operare, e che guida in fase progettuale la sua indagine artistica.
Dal punto di vista figurativo, quello che ne risulta sono proiezioni di luoghi immaginari o non riconoscibili, che prendono forma dalle sfumature del bianco, eroso dalla forza del fuoco.