Titolo: Lemeh42 2004 – 2014
Autore/Artista: Lemeh42
Testi: Eleonora Frattarolo
Lingua: italiano, inglese
Traduzioni: Sara Vivenzio
Anno: 2014
ISBN: 978-88-6057-263-9
Dimensione: cm 16,5×24
Rilegatura: brossura grecata e fresata
Pagine: 64
Prezzo: € 30.00
Disponibile anche in versione ebook:
ISBN: 978-88-6057-264-6
Formato: PDF
Prezzo: download gratuito
C’è un perché del disegno che è il perché del desiderio di scoprire. Si cerca casa nel proprio soggetto, scrive John Berger. La dittatura dell’ideologia dell’azzeramento della mano, del disegno, della pittura, della scultura, è semplicemente ignota agli artisti delle ultime generazioni che mescolano manualità e tecnologia, e dipingono e disegnano senza sensi di colpa desunti da collegamenti ideali con “avanguardie” lontane o vicine (da Berlino alla Cina, da Parigi all’Iran alla Biennale del Disegno di Rimini). Così Michele nel 2010 inizia a girare video filmando i propri disegni, prima digitali, eseguiti con la tavoletta grafica, poi a mano con grafite e inchiostri: un cinema d’animazione, ma nuovo, che indirettamente racconta di come modalità espressive del passato riaffiorino riplasmate da nuovi sguardi e nuove utilità. Succede anche nella street-art, che riannoda i fili spezzati del legame tra pittura e città; nell’arte pubblica, che riprende nel proprio nome e nelle proprie mani il motivo antico, originario, dell’essere dell’arte; nelle elaborazioni site-specific, che ci fanno capire quanto fossero site-specific le opere di Giotto e di Niccolò dell’Arca, di Michelangelo e di Francesco Mochi, di Goya e di Felice Giani, e di tutti gli innumerevoli frescanti e plasticatori e scenografi che hanno modellato i volti delle città storiche… Su questa via, appare nuovissimo e antico Lemeh42, come lo è, da tempo, William Kentridge, o certi altri disegnatori che sono anche performers e fotografi e street artists e videomakers e che filmano i propri disegni o la propria pittura: Karin Andersen ed Ericailcane, Elisa Laraia, Dacia Manto e Blu, Toccafondo, tra gli italiani…
Tratto dal testo di Eleonora Frattarolo